Perché ci mascheriamo? Origini e curiosità sul Carnevale

Ci siamo! È arrivato il momento del profumo delle frittelle, dei colori dei coriandoli e delle stelle filanti e delle risate di grandi e piccoli in maschera.

Ma vi siete mai chiesti da dove nasca la gioiosa e coloratissima tradizione del Carnevale?

 

Le origini

Celebrazioni molto vicine a quelle del Carnevale moderno esistevano già nell'antichità, durante le Antesterie in Grecia e i Saturnali a Roma. Le feste si aprivano con un rituale sacro a una divinità, seguito poi da diversi giorni dedicati allo scioglimento dagli obblighi sociali, a veri e propri banchetti e festeggiamenti volti al riso e alla dissolutezza. In entrambi i casi le festività erano legate al concetto di rinascita della natura dopo l'inverno e celebravano la gioia di vivere in contrapposizione alla dura realtà della morte.

Feste di questo tipo continuarono a essere celebrate anche con l'avvento del Cristianesimo, per tutto il Medioevo e fino al Rinascimento, quando nella Firenze dei Medici venivano organizzati grandi cortei in maschera accompagnati dai canti carnascialeschi.

La Chiesa cercò comunque di limitarne la portata, imponendo un limite con la quaresima. Fu così che le celebrazioni del Carnevale si legarono con il tempo alla religione e al momento della Pasqua, in virtù del concetto di rinascita dopo la morte e contrapponendo i suoi connotati più identificativi (l'esuberanza, l'esagerazione, la dissolutezza nel bere e nel mangiare) con il periodo di digiuno e penitenza della quaresima. Del resto, è proprio dal latino carnem levare (eliminare la carne) che deriva la parola Carnevale!

E le maschere, da dove arrivano? 

Sia durante le Antesterie che in occasione dei Saturnali erano previste mascherate e sfilate di carri. La tradizione della maschera sembra però legata anche a un altro rituale, questa volta di origine egiziana ed adottato in seguito anche dai Romani, ovvero il Navigium Isidis.

Si trattava di una celebrazione in onore di Iside, la dea che, secondo la tradizione, sarebbe riuscita a far risorgere il marito Osiride dopo averne raccolto i pezzi sparsi in tutto il mondo dal malvagio dio Seth.

Il rito prevedeva un festoso corteo mascherato che accompagnava il carrus navalis, una rappresentazione dell'imbarcazione che Iside aveva utilizzato per viaggiare per il mondo durante la sua ricerca. È curioso notare la vicinanza dell'espressione carrus navalis con il termine Carnevale, anche se non si tratta dell'etimologia accreditata. Anche in questo caso, comunque, la festività era legata al concetto di rinascita, intesa proprio come resurrezione dalla morte, e si svolgeva intorno all'equinozio di primavera.

 

Lo spirito del Carnevale

Come abbiamo visto, il Carnevale rappresenta fin dalle origini una festa di fine inverno volta a propiziare e celebrare la rinascita della natura. Indica un momento di allegria, la volontà di celebrare la vita.

Trasformazione e rinascita sono quindi i due concetti alla base del Carnevale, ed è forse per questo dopotutto che questa festa ci piace così tanto. È un'occasione per sorridere, per abbandonare momentaneamente la propria identità e per prendersi un po' meno sul serio, vestendo per poche ore i panni di qualcun altro.

«Semel in anno licet insanire», dicevano gli antichi, ovvero "una volta all'anno è lecito impazzire". E come dar loro torto? Uscire dagli schemi divertendosi, ogni tanto, è un vero e proprio toccasana a tutte le età e... in tutte le epoche!

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